
Il principale motivo del nostro soggiorno a Cracovia ha sicuramente riguardato la visita ai campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau. Una parte importante e fondamentale di storia che da sempre ci ha colpito e ci ha spinto ad andare a vedere con i nostri occhi i luoghi di quegli orrori. Qui furono uccisi, torturati e sterminati più di 6 milioni di ebrei, zingari, polacchi, ribelli politici.
Finché lo si studia sui libri, non ci si dà davvero l’importanza che merita. Ma quando ti ritrovi a “passeggiare” per camere a gas e forni crematori, comprendi fino in fondo che la libertà non deve essere una scelta ma un diritto. Per questo consigliamo vivamente di visitare questi luoghi. Nessun libro o documentario potranno mai sostituire le emozioni, la tristezza, l’oscurità che emanano le pareti di questi luoghi.
Come prenotare la visita ai campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau?
La visita ai campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau è disponibile in due modalità:
- Individuale: puoi entrare in totale autonomia e girare per conto tuo all’interno del campo di concentramento di Auschwitz, senza guida, in modo gratuito. Con questa modalità però non è possibile entrare a Birkenau.
- Con guida: puoi usufruire del servizio di guida in moltissime lingue. Ogni giorno partono con piccoli gruppetti alla scoperta sia di Auschwitz che Birkenau. Noi abbiamo scelto e consigliamo questa opzione, poiché sentire e capire cosa realmente avveniva in ogni stanza o luogo ti fa vivere questa esperienza a 360 gradi. Il tour dura circa 3 ore e mezza, e comprende anche un breve spostamento da Auschwitz a Birkenau tramite bus. Potete prenotare la visita guidata sul sito ufficiale di Auschwitz, scegliendo la lingua, il giorno e l’orario che preferite, se ci sono ancora posti liberi. Il costo è di circa 11€ a testa per il biglietto intero, 8.50€ per gli studenti.
Come arrivare ai campi di concentramento?
Se alloggiate a Cracovia, il modo più veloce per arrivare a destinazione è con il treno. Parte dalla stazione di Krakow Glowny e impiega 2 ore per arrivare alla stazione di Oswiecim (il nuovo nome della città di Auschwitz). Costo: 1.10€ a testa. L’unico problema è che la stazione dista 2km dai campi di concentramento, quindi dovrete prendere un ulteriore bus, taxi, o andare a piedi. Noi abbiamo utilizzato Uber, che con 1.50€ a testa ci ha portati dritti dalla stazione di Oswiecim sino al campo.
Se invece volete arrivare proprio davanti ai campi, l’unico modo è il pullman. Parte sempre dalla stazione dei treni di Cracovia, dove dovrete seguire le indicazioni per l’area “Bus”. Costa circa 2.50€ a testa e dura anch’esso 2 ore. La comodità è che non dovrete fare ulteriore tragitto a piedi perché vi scaricherà proprio davanti all’ingresso di Auschwitz. Il biglietto lo potrete fare tranquillamente a bordo, regola che vale anche per il treno.
I treni e i pullman partono circa ogni 40 minuti.
Il complesso visitabile è formato da due campi, ovvero Auschwitz (campo di concentramento) e Birkenau (campo di sterminio). Entrambi sono completamente accessibili al pubblico, all’infuori delle aree distrutte dai nazisti durante la liberazione americana. Nulla è stato da allora modificato, tutto è rimasto così com’era, per questo motivo la visita ai campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau sarà ancora più toccante.
All’interno di Auschwitz
La nostra visita ai campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau inizia proprio da Auschwitz. L’entrata è tristemente conosciuta per il grande cancello di ferro con la scritta sovrastante “Arbeit macht frei”, ossia “Il lavoro rende liberi”. La scritta fu realizzata proprio da un ebreo polacco detenuto nel campo, Jan Liwacz, che di professione faceva il fabbro. Si può notare il particolare della lettera B montata al contrario: unico modo per Liwacz di mostrare il proprio dissenso.
Auschwitz si presenta come un insieme ordinato di edifici bassi, una volta usati dall’esercito polacco. Una sorta di “villaggio” perfetto per gli scopi nazisti.
La memoria di ciò che rimane
All’interno di ogni edificio, ritroviamo gli stessi luoghi, pareti, pavimenti di quell’epoca. L’unica cosa differente sono le numerose fotografie appese ai muri, scattate dal fotografo ufficiale del campo, sopravvissute al tentativo di cancellazione delle prove.
Le più impressionanti, oltre a quelle dei bambini, sono quelle che ritraggono donne nude, al limite dell’anoressia. Erano lasciate per ore, se non giorni, all’aperto, “in attesa che i bagni si liberassero”. I bagni ovviamente non esistevano. La verità era che le camere a gas erano tutte piene quindi dovevano attendere di liberarle prima di far entrare altre persone. Una volte liberate, le donne, desiderose di correre in bagno a lavarsi, non opponevano alcuna resistenza ed entravano nelle camere a gas, ignare di ciò che sarebbe successo in pochi istanti.
Ebrei schedati dai nazisti
Oltre alle fotografie, ciò che forse vi sconvolgerà di più sono le numerose testimonianze di oggetti ritrovati nel campo. Ammassi di occhiali, pentole, scarpe, tazze, valigie che gli ebrei portavano con sé nella speranza di tornare a casa. Ma soprattutto quantità enormi di capelli (una delle poche stanze in cui è vietato fotografare). Capelli che venivano tagliati alle vittime prima di sopprimerle. Per loro erano come animali, che andavano tosati, per non sprecare nulla. Infatti, venivano poi riutilizzati e venduti.
Ad Auschwitz, a differenza di Birkenau, sono sopravvisuti anche le camere a gas e i forni crematori. Entrare in questi luoghi è una sensazione difficilmente descrivibile a parole. Vedere “celle speciali” senza finestre, larghe quanto un caminetto, in cui stipavano anche 15 detenuti per volta, e li facevano restare lì dentro in piedi tutta la notte. Vedere il Muro della Morte, di fronte al quale hanno giustiziato più di 1 milione di ebrei. Mettere piede dentro le camere a gas, con le pareti talmente nere da soffocarti lo sguardo, e immaginarti quelle povere persone costrette ad una morte tanto atroce. Vedere coi tuoi occhi i forni crematori, dove uccidevano esseri umani ancora vivi, senza distinzione, senza pietà.
Il muro della morte
Entrata delle camere a gas
I forni crematori
Birkenau: il campo di sterminio
Dopo circa due ore all’interno di Auschwitz, veniamo condotti in 5 minuti a Birkenau tramite un bus gratuito. Birkenau, a differenza di Auschwitz, è stato costruito al solo scopo di uccidere. Infatti, viene definito “campo di sterminio” poiché quella era la sua unica funzione.
I due campi sono totalmente diversi. Entrare a Birkenau forse vi turberà ancora più che Auschwitz. Vi è una lunga linea ferroviaria che corre al centro del campo di sterminio, al termine della quale non vi è nient’altro se non due camere a gas poste ai lati. Birkenau è immenso, vastissimo, ma allo stesso tempo immensamente vuoto. Gli ebrei che giungevano qui sapevano che non avevano altra opzione oltre alla morte.
Ci viene mostrato uno dei pochi vagoni rimasti. All’interno del quale, ci spiega la guida, venivano ammassati anche 90 ebrei, condotti a Birkenau in un viaggio lungo 10 giorni circa dall’Italia. Sempre in piedi, senza bagno, senza cibo, senza acqua, con delle misere fessure per respirare. Ovviamente, più della metà soccombeva. Ma ai tedeschi questo non importava, poiché era proprio quello che volevano.
Gli unici due edifici in cui gli ebrei vivevano per qualche giorno a Birkenau prima di venir uccisi, contengono uno i dormitori e l’altro la latrina per i bisogni. Il dormitorio consiste in alte travi di legno dove venivano ammucchiati 15 ebrei per ogni asse. La latrina, invece, era il loro “bagno”. Dei buchi per terra che dovevano servire per ogni bisogno, e non venivano mai puliti.
I dormitori
La latrina
Dopo una camminata di circa 15 minuti, raggiungiamo la fine del campo, la fine della linea di binari. A destra e a sinistra si trovano le due camere a gas. Esse non più visitabili perché parzialmente distrutte dai nazisti, ma comunque di grande impatto emotivo. Così termina la nostra visita ai campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau, un’esperienza ha lasciato il segno, impossibile da dimenticare.
Camera a gas distrutta