
La prima volta nel sud-est asiatico non la si scorda mai. E il nostro battesimo in quest’area asiatica è coincisa con una settimana in Thailandia, una terra che, seppur per pochi giorni, ci ha lasciato a bocca aperta in più di un’occasione.
Abbiamo avuto il piacere di vivere questa favolosa settimana in Thailandia partecipando ad uno dei pacchetti inclusi con Turisanda: il viaggio di gruppo Voyager Siam di 6 notti e 7 giorni, passati tutti in compagnia di altre coppie (molte delle quali in Luna di Miele) e con una guida locale, Tino, che parlava benissimo italiano.
Tino infatti è stato un tour leader eccezionale. Presente insieme a noi H24, e sempre pronto ad assisterci per qualsiasi dubbio o evenienza, al di là delle sue competenze da guida turistica. Partiamo dunque con l’affermare che per noi è stato molto utile e rassicurante aver avuto una guida locale che potesse spiegarci in maniera chiara ed efficace ciò che visitavamo, così come le curiosità e le tradizioni locali. Se fossimo stati da soli probabilmente avremmo apprezzato meno alcuni luoghi storici e non avremmo capito a fondo alcuni tratti culturali dei thailandesi.
Detto questo, adesso è giunto il momento di parlarti della nostra settimana in Thailandia. Ti spiegheremo giorno dopo giorno cosa abbiamo visto e quali sono i luoghi salienti e le esperienze da non perdere se vorrai replicare il nostro itinerario.
Sommario
Una settimana in Thailandia: itinerario completo
Primo giorno
Il nostro viaggio in Thailandia non poteva cominciare se non dalla capitale del Paese: Bangkok. Qui abbiamo cominciato subito l’esplorazione della città partendo dal mercato dei fiori più grande di tutta la Thailandia. Un mercato che nel 1800 era a base di pesce, ma che, trovandosi vicino al palazzo del Re, cambiò completamente connotazione negli anni ’50 divenendo un mercato dei fiori dagli odori ben più gradevoli.
La seconda tappa di giornata prevedeva la navigazione del fiume di Bangkok, il Chao Phraya, a bordo delle “long tail“. Sono chiamate così le lunghe imbarcazioni che percorrono il fiume cittadino, dentro al quale nuotano ogni giorno centinaia di pesci gatto a cui si può anche dare da mangiare.
A bordo della long tail ci siamo diretti verso il tempio forse più famoso di tutta Bangkok: Wat Arum. Esso è chiamato anche “Tempio dell’Alba” per i meravigliosi giochi di colore che si riflettono sulle porcellane durante il sorgere del sole. Porcellane che hanno avuto una seconda vita, perché invece di essere buttate sono state riutilizzate per abbellire il tempio. Per noi è stata la prima volta in un tempio simile e siamo rimasti sbalorditi dalla sua bellezza ed eleganza. Per entrarci è necessario però osservare regole speciali: le donne devono coprirsi spalle gambe e scollatura, gli uomini le gambe, ma possono entrare anche in t-shirt.
La giornata non è però finita qui, perché abbiamo anche avuto tempo di ammirare il Buddha d’oro reclinato a Wat Pho (tra i più belli e grandi d’Asia) e di goderci un suggestivo cocktail al tramonto, con vista proprio su Wat Arum. Una conclusione di giornata splendida, davanti al luogo più iconico di Bangkok.
Secondo Giorno
L’itinerario di una settimana in Thailandia continua al giorno 2, dove la mattinata è stata dedicata alla visita di tue mercati famosissimi situati un’oretta fuori Bangkok. Il primo dei due è il mercato di Maeklong, la cui particolarità più significativa sta nel fatto che è collocato sopra a delle rotaie.
Qui i venditori espongono la propria merce sopra a chioschi e bancarelle, ma 4 volte al giorno sono costretti a spostare tutto di fretta per far posto al treno che molto lentamente passa tra le bancarelle, a meno di mezzo metro dalle persone. Dopo che il treno passa tutto torna alla normalità fino al treno successivo (gli orari sono alle 6.20, 9.00, 11.30 e 15.30). Ti consigliamo dunque di segnarti gli orari e organizzare la tua visita in questo mercato di conseguenza.
Il secondo mercato in questione è quello di Damnoen Saduak, il mercato galleggiante visitabile tramite barca. Grazie ad essa, infatti, puoi spostarti da una palafitta all’altra per guardare la merce esposta, o puoi comprare direttamente dalle altre barchette che ti affiancano lungo il tragitto. Noi ne abbiamo approfittato per assaggiare qualche specialità locale una volta scesi a terra: mango sticky rice e gelato al cocco su tutte!
Tornati a Bangkok centro, ci siamo diretti nel luogo più sacro di tutti: il Palazzo Reale, abbellito da decorazioni di qualsiasi genere da tutti i Re delle epoche passate. La cupola dorata secondo noi è la ciliegina sulla torta di questo incredibile palazzo e non può mancare una foto davanti ad essa.
Inoltre, non puoi non provare il mezzo di trasporto più iconico di tutta Bangkok. il tuktuk. Esportato ovunque nel mondo, è qui che il tuktuk nasce ed è qui che va provata una corsa spericolata, anche solo per 15 minuti. Se puoi fatti accompagnare da Wattana Panic. Si tratta di un locale gestito dalla terza generazione di famiglia, dove potrai assaggiare una zuppa il cui brodo cuoce ininterrottamente dal 1974! Per 2.50€ puoi provare questa zuppa con carne di capra bollita, dall’aspetto non troppo invitante, ma al gusto buona e saporita.
Terzo giorno
Oltre alla guida locale che parla italiano, Turisanda mette a disposizione del proprio tour anche un pullman (dotato di Wi-Fi e prese USB) per gli spostamenti più lunghi. Ed è proprio quello che abbiamo utilizzato il terzo giorno per recarci nel nord della Thailandia, andando verso Sukhotai.
Prima però ci siamo fermati ad Ayutthaya, l’antica capitale del Siam. Qui in particolare abbiamo fatto tappa al tempio Wat Mahathat, uno dei più antichi di tutto il Paese e la leggenda narra che custodisca persino alcune reliquie del Buddha. La parte più affascinante secondo noi è l’albero secolare che si trova in questo tempio, tra le cui radici si trova la testa del Buddha. Il motivo? Sembra che la testa di una statua in origina sia caduta vicino a questo albero e, col passare del tempo, le radici l’abbiano via via inglobata.
Sempre ad Ayutthaya merita la visita di un altro tempio bellissimo: Wihan Phra Mongkhon Bophit. Anche se il nome è quasi impronunciabile ti assicuriamo che vale la pena visitarlo. Non solo per l’enorme statua del Buddha seduto, ma anche provare una tradizione particolare: la previsione del futuro tramite bastoncini. Ti basta porre mentalmente una domanda sul tuo futuro, pescare un bastoncino e leggere il significato del numero ad esso collegato. Non adatto se sei una persona troppo superstiziosa!
Quarto giorno
Come detto, nel nostro tour di una settimana in Thailandia, una città nella quale vale la pena fermarsi è Sukhotai e i motivi sono diversi. Primo su tutti perché c’è la possibilità di partecipare ad una cerimonia di donazioni di cibo ai monaci buddhisti della città. Il rito prevede che le persone si mettano sedute in fila aspettando l’arrivo dei monaci che passano ogni mattina alle 6.30 per ritirare le offerte dei locali o dei turisti.
Queste donazioni verranno poi devolute in parte anche ai bisognosi che spesso si rivolgono proprio ai monaci per un aiuto concreto. Un’esperienza davvero molto intensa e profonda che ci ha fatto iniziare la giornata nel migliore dei modi. Giornata che poi ha continuato a regalarci emozioni, dato che in bici abbiamo raggiunto una scuola elementare locale, nella quale abbiamo salutato i bambini e abbiamo fatto una breve lezione reciproca di lettere e numeri (in thailandese e in italiano). Particolare il fatto che nelle aule i bambini debbano entrare scalzi e che il loro alfabeto sia completamente diverso dal nostro. Ci sono infatti ben 43 caratteri diversi e addirittura 10 modi differenti in cui pronunciare la lettera K.
Dopo un pranzo a base di specialità locali squisite (come il pad thai, verdure saltate e frutta tropicale) ecco che arriviamo a Lampang. Qui, oltre alla visita allo splendido tempio Pratartlampangluang, dove abbiamo imparato il significato delle campane e dei gong nei templi, merita una visita anche il mercato cittadino. Al suo interno infatti si trovano tantissimi prodotti culinari alquanto strani. Su tutti: le cimici d’acqua, alveari con feti di api, scarabei, vermi da bambù, rane fritte, larve vive da insalata. Io mi sono limitato ai vermi da bambù, dal sapore simile alle patatine, ma il resto onestamente era troppo anche per me.
Quinto giorno
In una settimana in Thailandia è impossibile vedere tutto ovviamente. Se però ti rechi nella regione del nord non puoi perderti una giornata a Chiang Rai, ovvero la città del famoso “triangolo d’oro“, perché al confine con Laos e Myanmar (l’ex Birmania).
È proprio in questo contesto che merita una visita il museo dell’oppio. Una visita necessaria a nostro avviso per comprendere a fondo la storia di quest’area strategica che ha vissuto per decenni (e continua a farlo) grazie al commercio illegale di oppio. Il museo dell’oppio è ben strutturato, con un’area interattiva, molto realistica e le spiegazioni anche in inglese. Così, anche se ci andrai senza guida potrai capire tutto senza alcuna difficoltà.
Ne abbiamo anche approfittato per percorrere qualche km su uno dei fiumi più celebri di tutta l’Asia: il fiume Mekong. Lo abbiamo fatto a bordo di una long tail simile a quella di Bangkok e ci ha ricordato in parte l’attraversamento dei fiumi in Amazzonia, dato che la vegetazione era molto simile così come le temperature e il colore dell’acqua.
Ne abbiamo anche approfittato per fare compere e acquistare un cappello che si trasforma in un ventaglio e una crema “miracolosa” contro mal di testa ed emicranie. Una crema molto simile al balsamo di tigre ma meno invasiva e più mirata per chi soffre di questi disturbi.
Sesto giorno
In Thailandia ci sono oltre 40 mila templi buddisti e tra Chiang Rai e Chiang Mai ce ne sono alcuni che sono davvero eccezionali. Parliamo del tempio bianco, del tempio blu e del tempio nero. Noi siamo riusciti a vedere dal vivo solo il primo, il tempio bianco, perché non avevamo abbastanza tempo. Ma se avrai possibilità di estendere il soggiorno ti consigliamo caldamente di inserire anche il tempio blu e nero nell’itinerario.
Ad ogni modo, il tempio bianco (Wat Rong Khun) è ben più moderno dei tanti che abbiamo visitato finora dato che è datato 1997 ed è stato creato da un bravissimo artista locale, Chalermchai Kositpipat. Il tempio è davvero unico nel suo genere ed è interamente bianco per via dei tanti specchietti presenti nell’intonaco che scintillano alla luce del sole. Il colore bianco infatti simboleggia la purezza del Buddha, mentre gli specchietti la saggezza.
Ogni dettaglio del tempio ha un suo significato ben preciso. Infatti l’artista voleva far riflettere i visitatori sugli insegnamenti del buddhismo che indica la via per fuggire dalle tentazioni. All’ingresso del tempio, ad esempio, si trova il “ponte del ciclo delle rinascite” che simboleggia la strada per la felicità che sovrasta la tentazione, il desiderio e l’avidità. Dopo averla attraversata si arriva direttamente alla “porta del cielo”, dentro cui si trovano immagini del Buddha e affreschi vari.
Ma la bellezza del tempio bianco non si limita al tempio in sé, ma anche a ciò che lo circonda. Noi siamo rimasti incantati dalla cura dei giardini, con all’interno opere d’arte, cascate, altalene, porte, ponti e persino bagni pubblici dorati. Una cura del dettaglio fenomenale che fa di questo tempio il più bello di tutti a nostro avviso (insieme al Wat Arun di Bangkok).
Settimo giorno
Eccoci giunti all’ultimo giorno di una settimana in Thailandia vissuta insieme a Turisanda. Queste ultime 24 ore le abbiamo passate all’esplorazione di Chiang Mai e dintorni, la seconda città più popolata della Thailandia dopo Bangkok.
La giornata è iniziata a bordo di un taxi locale chiamato Songtaew Dang. Una sorta di pick-up rosso in cui ci possono stare fino a 8 persone ed è molto economico per spostarsi. È grazie ad esso che siamo andati al tempio in cima alla montagna di Chiang Mai: Wat Prathat Doi Suthep. Purtroppo siamo andati durante una giornata molto nebbiosa e il panorama non ce lo siamo goduto, ma in ogni caso l’atmosfera era alquanto pittoresca e ci ha ricordato un po’ lo stile del cartone Mulan.
Ne abbiamo approfittato in ogni caso per provare un’esperienza nuova per noi: la meditazione insieme ad un monaco buddista. Durante i 45 minuti passati insieme, ci ha insegnato qualche tecnica della meditazione buddhista. In particolare ci ha spiegato come concentrare la nostra mente sul presente, sul vivere l’attimo. Abbiamo provato in prima persone le tecniche di meditazione ed è stato molto stimolante riuscire a focalizzarsi solo ed esclusivamente sul presente, senza pensare ad altro. Ci ha fatto capire come il buddhismo non sia una semplice religione, ma un vero e proprio stile di vita.
Nel pomeriggio, avendo mezza giornata libera, ne abbiamo approfittato per concederci un tipico massaggio thailandese in pieno centro a Chiang Mai. Siamo andati da Chai Massage 2 e abbiamo provato il massaggio ai piedi/gambe (Sara) e il massaggio thailandese, più vigoroso (Lorenzo). Entrambi della durata di un’ora ed entrambi a 9€, sono stati rigeneranti, seppur molto diversi tra loro. Il tè e i dolcetti finali sono la coccola che ci serviva per concludere al meglio la giornata.