
È vero che di natura siamo parecchio esterofili, ma ogni tanto è anche bello dedicarsi alla scoperta di luoghi non troppo lontani dalla nostra Bologna. È il caso della splendida Rocchetta Mattei, situata sull’appennino bolognese, in particolare nel comune di Grizzana Morandi.
Erano almeno 2 anni che io e Sara volevamo visitarla, ma per un motivo o per l’altro non siamo mai riusciti a trovare il giorno perfetto. Complice la primavera anticipata e l’arrivo di due nostri cari amici travel blogger, Engi e Chri di Destinazione Mondo 20, abbiamo finalmente sfatato questo tabù.
Come arrivare a Rocchetta Mattei
Da Bologna, per arrivare a Rocchetta Mattei la strada più breve (senza pedaggi) è la seguente:
- Prendi la tangenziale ed esci all’uscita 1
- Poi imbocca la Porrettana (SS64) e prosegui sempre dritto fino a superare Sasso Marconi, Marzabotto, Vergato e Lissano
- Infine, una volta giunto a Riola, segui le indicazioni per Rocchetta Mattei e non potrai sbagliare
Se invece preferisci prendere l’autostrada, allora ti basta entrare nella A1 ed uscire a Sasso Marconi (e prendere la SS64). Poi le indicazioni restano le stesse di prima.
Ci vuole un’oretta da Bologna per arrivare a Rocchetta Mattei.
Un po’ di info su Rocchetta Mattei
Breve storia di Cesare Mattei e della Rocchetta
Non si può pensare a Rocchetta Mattei senza menzionare colui che l’ha creata: Cesare Mattei.
È nel 1850 che Mattei acquistò i terreni dove sorgevano le rovine dell’antica rocca di Savignano e il 5 novembre dello stesso anno pose la prima pietra del castello che avrebbe chiamato “Rocchetta”, dove si stabilì definitivamente a partire dal 1859, dirigendone personalmente la costruzione.
Il castello è stato infatti un cantiere aperto per tutta la vita del conte e anche oltre dal momento che buona parte di esso è stato terminata dal figlio adottivo Mario Venturoli Mattei, si può affermare che il paese di Riola si sia sviluppato proprio parallelamente e in virtù dell’esistenza di questo cantiere.
Cesare Mattei dedicò quasi tutta la vita allo studio di una scienza medica empirica, denominata Elettromeopatia e alla sua divulgazione, che lo portò a giungere ad una fama mondiale tra il 1860 e il 1880.
In seguito alla sua morte, 3 Aprile 1896, gli eredi continuarono la produzione e distribuzione dei “Rimedi Mattei” fino al 1959 quando per vari motivi i laboratori furono costretti a chiudere.
Per quanto attiene al Castello della Rocchetta, dopo vari tentativi di cederlo al Comune di Bologna o ad altri enti, conclusero le vendita con un commerciante locale Primo Stefanelli detto “Il Mercantone” .
Quest’ultimo dopo aver aggiunto particolari inesistenti in precedenza come prigioni, pozzo a rasoio ecc. lo gestì come attrazione fino a quando non venne chiusa per problemi di stabilità e sicurezza.
Nel 2005 la Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna (Carisbo) acquistò il castello e dopo un accurato studio progettuale ne iniziò il consolidamento ed un fedele restauro giunto al giorno d’oggi a circa 2/3 del totale.
Quando è visitabile e quanto costa l’entrata
Rocchetta Mattei non è aperta tutti i giorni della settimana, ma è aperta solo nei weekend, ad eccezione delle scolaresche che possono prenotare la visita anche il giovedì e il venerdì.
Dunque, i turisti devono per forza prenotare una visita guidata o sabato o domenica in una di queste fasce orarie:
- Dalle 10 alle 15 nel periodo invernale
- dalle 9.30 alle 13 e dalle 15 alle 17.30 nel periodo estivo
Il costo d’entrata è di 10€ per persona, mentre 5€ è il costo ridotto. Ci sono poi alcune giornate durante l’anno che sono ad ingresso gratuito, anche se in gran parte sono già al completo. Te le proponiamo ugualmente:
Domenica 3 febbraio
Domenica 3 marzo
Domenica 7 aprile
Domenica 5 maggio
Sabato 1 giugno
Sabato 6 luglio
Sabato 3 agosto
Sabato 7 settembre
Sabato 5 ottobre
Sabato 2 novembre
Sabato 7 dicembre
Quanto dura la visita
La visita mediamente dura circa un’ora, per cui il nostro consiglio è quello di scegliere magari la fascia oraria tra le 11 e le 12, in modo tale da gustarsi un ottimo pranzo nelle vicinanze.
Dentro Rocchetta Mattei: cosa vedere
Cominciamo la visita a Rocchetta Mattei partendo dal cortile interno e dal capire innanzitutto gli stili con i quali essa è stata costruita, ovvero lo stile medioevale, ma soprattutto lo stile moresco.
Ma il cortile più famoso della Rocchetta e meglio riuscito è certamente il cortile dei Leoni, fedele riproduzione del cortile dell’Alhambra a Granada.
Qui spiccano le maioliche attaccate ai muri, che ci hanno ricordato molto le città di Marrakech e Fes in marocco, ma anche l’immensa cupola di rame in stile arabeggiante.
La parte che noi abbiamo preferito in assoluto è stata però la visita alla cappella privata di Mattei, dove spiccano il bianco e il nero su tutti gli archi che sovrastano la cappella (molto simili alla Mezquita di Cordoba), ma anche i finti intagli sul soffitto, che in realtà sono semplicemente dipinti. Di certo la zona più instagrammabile di tutta Rocchetta Mattei.
Al piano superiore della cappella vi è posto anche il sarcofago, dentro al quale si trova proprio Cesare Mattei.
Salendo sempre più scale si attraversano poi varie stanze, teatri di scena di vita quotidiana in casa Mattei. Tra queste le più importanti sono:
- La stanza del figlio Mario Venturoli
- La Sala dei Novanta, dove avrebbe dovuto festeggiare il suo novantesimo compleanno (morì infatti a 87 anni)
- La stanza della Pace, costruita per celebrare la fine della Prima Guerra Mondiale, nella quale primeggiano la scritta PAX e l’enorme lampadario in alabastro sul soffitto.
Purtroppo non è possibile visitare tutta Rocchetta Mattei causa lavori di ristrutturazione, ma nonostante questo merita assolutamente una visita guidata, per capire e apprezzare fino in fondo una delle bellezze più affascinanti di tutto l’appennino emiliano.
Chi ne avesse voglia, inoltre, può affittare Rocchetta Mattei per dei matrimoni. 500€ per affittare solo la Sala dei Novanta, 2000€ per affittare l’intero edificio.
Dove mangiare vicino a Rocchetta Mattei
Locanda dei fienili del Campiaro
Terminata la visita a Rocchetta Mattei si era fatta ormai ora di pranzo, per cui abbiamo optato per un ristorante distante appena 15 minuti dalla rocchetta: Locanda dei fienili del Campiaro.
Qui i piatti tipici emiliani risaltano immediatamente: dagli antipasti fino ai dolci. Noi ci siamo lanciati sui primi: tortelloni di zucca con pancetta e balanzoni ripieni di ricotta e mortadella con prosciutto croccante. Devo dire che erano proprio squisiti.
Mentre come secondo abbiamo smezzato il tipico fritto misto bolognese: crema fritta, patatine fritte, verdure fritte, salvia fritta ecc. Tutto molto buono e soprattutto non unto.
Prezzo medio: 20€ a testa